lunedì 8 dicembre 2014

DIRAMAZIONE ORIENTALE

Questa diramazione è quella principale che prosegue per tutte le vette fino all'ultima elevazione, il Sasso Scarnia.
 Le cime che a meridione contornano al sottostante Busa sono i Piadoch (diverse sommità) i cui pendii detritici fanno da spartiacque tra la Val Noana (Primiero) e la Busa stessa.
 All'estremità s' alza la cuspide della Cima Dodici.
Da essa oltre il Passo Pietena parte un'ultima diramazione verso Sud che con i monti di Pietena e Pavionét  ( m 2177 dette anche Vette Piccole) chiudono il circo glaciale.
 Tutte queste vette sono nella parte sommitale formate da Biancone ricoperte da praterie.

giovedì 4 dicembre 2014

DIRAMAZIONE VERSO SUD


Dal Col di Luna partono le creste verso sud che fanno da spartiacque tra il Vallon di Aune e quindi al bacino del Cismon e quello orientale che fa capo alla Busa della Vette che alimenta le acque meteoriche dello Stien e del Colmeda che forma la Valle di Lamen.
Oltre al monte citato attraverso la Sella delle Cavallade si perviene alle Vette Grandi ( m. 2145).
 Lunga cresta erbosa dai pendii scoscesi e ripidi pareti di roccia friabile nella parte ad Est.
 Il Passo delle Vette Grandi che mette in comunicazione le valli separa la successiva montagna denominata Col Cesta che con diverse anticime secondarie porta al Passo del Forzelon ed alle successive elevazioni che fanno da testata alla Valle di Lamen.

COL DI LUNA

Il Col di Luna ( m. 2293) posto ad oriente della cima principale del Pavione, da cui è separata da uno stretto crinale, è una cima erbosa e scende da ogni lato con ripidi pendii ghiaiosi.
Può considerarsi come il perno delle due diramazioni delle creste delle cime che fanno da corona alla sottostante Busa delle Vette. Suggestiva è la sua forma paesaggistica del versante occidentale che sovrasta la Busa di Cavaren.
 Probabile che questo aspetto visivo abbia dato il nome al monte.
 La roccia carsica della cima è del tipo Biancone.

domenica 30 novembre 2014

PICCOLE RAPIDE

Pronti con kajak, caschetti, giubbotti...magari anche una paperella, che non si sa mai!...e si parte sulle rapide.
 Vuoi mettere scendere le impetuose e tumultuose acque, riempirti di bolle e schiume, sentirti il frizzantino liquido dello Stien?..altro che Niagara.
Eh si; non mi faccio mancare niente.
 Oggi provo questa ebbrezza.
 Le rocce sono così piene di crespe che il liquido si elettrizza e fila via celere e d io via a seguirlo più spedito che mai.
 Anzi come si dice da queste parti, via a tutta anda!

PAVIONE

Con i suoi 2334 m. il Monte Pavione è la cima più alta delle Vette Feltrine,
 Dai suoi crinali si sviluppano tre direttrici di creste: Verso occidente si prolunga al monte Vallazza e va ad interessare gli alti circhi glaciali di Monsampiano, Càneva e Cavarèn ed oltre il Vallon di Aune facente parte del bacino idrografico del torrente Cismon.
A SW invece parte il segmento che attraverso il perno di Col di Luna prosegue a meridione fin sopra la testata della Valle di Lamen.
 Ad oriente invece continuerà fino a Cima Dodici da cui partirà oltre Passo Piétena un avamposto che chiuderà il circo glaciale di Busa delle Vette nelle cime di Piétena e Pavionét. Tutto questo corollario di cime andrà a convogliare il proprio apporto idrico alla succitata Busa delle Vette il più conosciuto circo delle vette vicino al rifugio alpino del Cai di Feltre intitolato al geologo Giorgio Dal Piaz.
 La Parte settentrionale dei monti insistono invece sul Primiero, nella Val Noana immissaria sempre del bacino del Cismon.
 La forma delle cime è del tipo collinare in quanto formata da formazione geologica del Biancone, calcare relativamente giovane e facilmente aggredibile da agenti esterni (neve, ghiaccio...) che lo modella agevolmente.
 Il paesaggio è a prateria.

sabato 18 ottobre 2014

2 TRATTI 2

Metti che crolli il pendio e mi impedisca di proseguire ostruendomi il percorso, o che scenda tanta di quella pioggia durante un'alluvione da rischiare di ...annegarmi? Meglio prevenire ciò! Ed ecco che mi son premunito con un altro percorso a lato, cosichè in caso di "pericolo" sguscio via di qua. E poi se son stufo della solita strada...beh cambio! Che trovata ragazzi!! E poi se passa di qua qualche cacciatore di immagini "rischia" di fare un fotografia così..

sabato 12 aprile 2014

DI CESELLO

Ed ora meno cascate e dislivelli. 
Si entra in giungla e si va avanti di cesello. 
C'è da limare la roccia per farmi la via.
 Un susseguirsi di scivoli dove incanalar l'acque che si fan baldanzose e ripide...e poi brevi piani da rifiatare.
 Ed ancora filar via tra sassi ricoperti d'erbe e bassa vegetazione, incolta.
 Bisognerebbe far un po' d'ordine nei dintorni...
 E invece si va verso valle.
                   

mercoledì 9 aprile 2014

CIRCHI GLACIALI

Ciò che oggi vediamo è un paesaggio che è stato trasformato durante l'ultima glaciazione.
 Il modellamento è dovuto all'azione dei ghiacciai, che una volta ritiratisi, hanno lasciato delle conche più o meno estese, i cosidetti circhi glaciali
. Sono delle macroforme di erosione modellate da piccoli ghiacciai, coronate da versanti ripidi e con fondi quasi pianeggianti.
 Di solito la parte terminale rimane sospesa su salti rocciosi molto alti.
 Le dorsali che si distaccano dalle cime più alte finiscono per determinare la divisione fra i circhi, divenendo dei promontori.
 La glaciazione geologica che ha interessato questa zona è denominata di Wurm e va dai 75.000 ai 10.000 anni fa.

sabato 5 aprile 2014

NASCITA GEOLOGICA

La catena delle Vette Feltrine è stata coinvolta nell'orogenesi nella fase Neoalpina,  e le strutture responsabili dell'assetto tettonico risalgono a circa 15 - 20 milioni di anni fa.
 E' impostata sulla Linea della Valsugana.
 La protagonista del sollevamento è l'Anticlinale Coppolo-Pelf .
 Potremmo dire che strutturalmente è un'onda antinclinale, complicata da ripiegamenti secondari e frammentata/dislocata da faglie e sovrascorrimenti. Ne condiziona i lineamenti morfologici di base e le forme dei rilievi.
 L'odierno paesaggio è il risultato del rimodellamento parziale e della demolizione dovuta ai ghiacciai, alla meccanica del gelo e neve, dallo scorrimento di acque meteoriche e dal carsismo.

venerdì 4 aprile 2014

BACINO IDROGRAFICO

Il bacino idrografico della valle di San Martino è abbastanza complesso perchè consiste in una vasta area di raccolta dei circhi glaciali delle vette ad un'altitudine media di 2000 m, ed ad un notevole reticolo di valli di scarpata.
 L'ampia area delle "Buse" che da ovest ad est, sono conosciute come: delle Vette, di Pietena, di Ramezza (per citare le principali) formano un arco che interessa pressochè la gran parte delle Vette Feltrine stesse, dal Passo Vette Grandi (attiguo al rifugio Dal Piaz) alla arte orientale terminale del Sasso Scarnia.
In senso orario sono interessati la dorsale del Dosso Perazze-Pafagai con i relativi apporti metereologici che fa da spartiacque con la valle di Lamen, su cui scorre il torrente Colmeda. La parte centrale del bacino imbrifero che fa riferimento al deflusso delle acque di vetta è interessato dalle valli dello Scalon delle Vette, di Pietena e di Ramezza, oltre ad innumerevoli vallecole di varie dimensioni.
 Infine il settore orientale è interessato dal complesso diramazionale del San Mauro, che dalla Forcella Scarnia, sopra gli alpeggi di Malga Ramezza Alta, va a portarsi ed interessare il corso d'acqua fino alla foce a Salgarda.
 E' abbastanza curioso che la sorgente del ramo principale del complesso emergente si trovi non prodotto da una valle, ma sotto delle alte bancate rocciose precipiti per mille metri, senza apparente relazione di interdipedenza.


giovedì 3 aprile 2014

2^ IMMISSARIO

Nel frattempo che mi perdo in salti e giravolte, quatto quatto tra le alte erbe arriva il mio secondo immissario.
 Ed a sorpresa. Scendendo dai declivi di sinistra, dalla scarpata di Prà de la Val.
 Si fa largo anch'esso tra sassi di frana e sottobosco lavorando la roccia...si fa per dire...non ha di certo la mia forza erculea.
 Infine gorgogliando si tuffa discreto da un affioramento tondeggiante e porta le sue acque in un catino che mi sono modellato dopo le ultime acrobazie.

mercoledì 2 aprile 2014

FUGACITA'

La serie continua, cerco di migliorarmi continuamente nei salti successivi.
 Un salto di cascata, un piccolo ripiano poi recupero nerbo su scivoli di roccia levigata e poi ancora giù in un altro salto aumentando di forza ed intrigo di forme.
 Lavoro in composizione con le rocce, sfruttandone le peculiarità.
Aumento le forma dei catini, la consistenza della schiuma, cambio tonalità di colori, arabesco la pietra intingendola di vari pigmenti.
 E corro via coinvolto in una fugacità adrenalinica.

LES MERVEILLES

...E continuano les merveilles!!!
 Ci si può avvicinare da un sentierino che si distacca da quello che porta in alto al Pian dei Violini.
 Ed allora venghino siore e siori...portate i bambini, i nonni, le badanti, i turisti, i curiosi, i
cittadini e qualunqualche troviate e fategli scoprire le bellezze dello Stien!!!
 Vi potete fermare sull'orlo del catino e respirare la brezza delle gocce d'acqua che vi entrano attraverso le narici, sentire il canto di gioia , vedere l'acqua scomparire sotto dei massi, riemergere, rituffarsi su cascate, lambire le rocce, stusciarsi sui rami di salice, disintegrarsi quasi nel salto, ricomporsi nella marmitta sottostante, esibirsi un voli quasi aerei e correre spumeggiando verso valle.

sabato 29 marzo 2014

CAPOLAVORO

 La roccia che ho dovuto scavare è diventata liscia come passata con la carta vetro, anche se c'è voluta la pazienza di Giobbe...
 La cascata su in alto, con il rigagnolo della risorgiva, che sembra un pianto è come se rigasse le gote, il catino che s'è formato sotto ferma l'irruenza delle acque.
 Acque blu, azzurre, verdi che si tingono del colore delle cose che si specchiano in esse.
Ed ancora gli scivoli in cui la corrente s'incanala e scende con la velocità di un razzo e pure quello che ho abbandonato ora lascia la vista ad una scultura degna di un lavoro di Michelangelo...
Ed il massimo è la cascata che s'infrange su un piccolo spuntone e diventa una fontana spumeggiante. Wonderfull!!!
I colori grigi, ocra, bruni, gialli delle rocce bagnate, i verdi dei muschi, il rosso dei tappeti di foglie cadute e gli spruzzi di miliardi di goccioline che ti arrivano in volto, che respiri...chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dall'incanto.
Sono curioso e me ne esco a guardare il lavoro fatto.
Ci ho messo un sacco di tempo a portare a
termine questo capolavoro, ma ne è valsa la pena visti i risultati.
 Guardo da sopra una rupe. M'incanto nell'osservare...una meraviglia!!!

giovedì 27 marzo 2014

MONDO DELLE MERAVIGLIE

Et voilà!!!
 Siete arrivati nel mondo delle meraviglie. Ma non crediate di essere i primi.
 "In saecola saeculorum"...son passate legioni di romani, dai militi che andavano in terre alemanne a quelle di vari curiali di pontifex romani a trovar soluzioni per le cascate delle Marmore.
 Ed ancora giovani disegnatori muniti di taccuini da riempire di schizzi e dati, al seguito d'un distinto signore settecentesco che di nome faceva Luigi Vanvitelli.
 Diceva che doveva trovare ispirazione per una commessa avuta nel casertano da un tal Carlo di Borbone, re di Napoli che ambiva all' edificazione di una reggia con annesse cascate e fontane
 E già son come la settimana enigmistica...vanto innumerevoli tentativi d'imitazione.
 Ma guardate voi stessi, d'ora in poi sarà un'esaltazione di cascate, scivoli, boioni, fontane, acque spumeggianti, salti, giri di danza, giochi circensi,
acrobazie d'acqua mai viste!!!
 E colori che sanno di mare e cielo e profumi di terra e muschio.
 Venite siore e siori lo spettacolo è gratuito!!!

GIOCHI D'ACQUA SULLO STIEN

Mesdames et monsieur...voilà!!!
Signori e Signori...ammirate!!!

lunedì 24 marzo 2014

RISORGIVE

Sulla mia destra proprio sopra un salto di roccia arrotondato, esce ramificata una serie di piccoli rigoli che si gettano subito nel corso.
 Pare quasi che qualcuno si versi una bottiglia sul capo nella canicola agostana per rinfrescarsi e poi scenda lungo la faccia i rigagnoli d'acqua e sudore. Esce senza segnali da sotto l'humus del bosco e come una ragnatela scorre tra muschi e scivola sulla rugosa parete confondendosi con le altre acque.
Probabilmente affiora così l'apporto che arriva dalle valli rupestri convogliate nel Piano dei Violini. Pian piano il liquido celato esce allo scoperto!!!
 Saranno molte le risorgive che andrò ad incontrare lungo il mio viaggio, ma questa è forse la più bella.

venerdì 14 marzo 2014

PREPARATIVI

Lasciamo le pause di quest'ultimo tratto ed andiamo a concentrarci sul proseguio.
 Cominciamo col perdere quota con piccoli balzi e piccole cascatelle.
 Appresso vado a trovarmi una strada tra le rocce. Me la son scavata lavorando di cesello nel corso dei tempi:
 Ora è un bello scivolo arricchito da salti, catini ed uno scorrere celere.
Incanalato filo via come un razzo. Gli spruzzi mi danno adrenalina.
 Un'ennesima risorgiva mi viene in aiuto per ricreare un ambiente che sa di meraviglia. Scende dapprima inzuppando il terreno e poi irrorando come un pianto la roccia....Magnifico!!
 Ed m'involo in giochi circensi.

QUETO RIO

Dopo tanto rocambolesco inizio mi concedo una breve tregua di lenta fluitazione. Anche la voce si fa più pacata.
 Scorro al riparo di giganti di roccia posti qua e là.
 Il tratto è un pianoro che si fa largo tra le scarpate dei pendii circostanti, quelli che scendono dai terrazzamenti di Ramezza e quelli dai monti che dividono questa valle da quella di Lamen, ossia lo spartiacque tra me ed il mio collega: il Colmeda.
Sul mio lato destro risiede una bella conca ingentilita da un piccola faggeta ed in alto passa il sentiero che porta all'Alpe e chi vuol dare una occhiata in basso può ammirarmi.
 I dintorni qui sono meno caotici; qualche bravo architetto ambientalista si è esercitato a sistemare gli oggetti con cura. Sono baldanzono di questa mise più elegante!

giovedì 13 marzo 2014

THE GREAT STONES

Son stanchissimo... dopo tutti questi salti, queste emozioni alla mia tenera età... Meglio rallentare un po'.
 Ma mi vergogno a farlo vedere ed allora prendo a pretesto la naturalità del luogo e mi nascondo, ascoltando il canto del defluire delle acque.
 Grossi massi, ammassati qua e là da qualche forza erculea fanno al caso. E poi la vegetazione qui è talmente caotica che sembra di stare in una giungla impenetrabile...
Stai attento che mi ritrovo il Bottego convinto di risalire l'alto fiume Giuba...
Questo luogo è davvero selvaggio e per questo ha un fascino accattivante.
 E come direbbe il Sommo vate: "Ahi quanto a dir qual era è cosa dura / esta selva selvaggiae aspra e forte/ che nel pensier rinova la paura!"
Sotto i sassi, quasi nascoste, delle risorgive che impaludano il declivio dove scorrono. Ciò sarà una costante pressochè lungo l'intero mio percorso. Una Manna!!!
 Faccio un'ampia svolta e mi dirigo verso meridie correndo più tranquillamente.

mercoledì 12 marzo 2014

IL MIO PRIMO IMMISSARIO

Eccolo arriva di soppiatto, quasi furtivamente tra sassi e boscaglia, che per poco manco te ne accorgi. Arriva da lontano, dalle alte lande erbose degli antichi circhi glaciali delle vette.
 Le acque scendono dalle valli rupestri di Pietena e da quelle più arcigne dello Scalon delle Vette, per poi riunirsi su al Pian dei Violini prima di congiungersi al mio corso. Non porta tanto nutrimento liquido a dir il vero...se lo perde quasi tutto per strada.
 Ma non facciamo tanto clamore a ciò.
Manca mai che passi da queste parti il Dottor Livingstone e ne voglia appurare dove si trovino le sorgenti.
 E qui cascherebbe il palco!! Le mie sono troppo vicine...Quelle del mio affluente invece molto in alto e di conseguenza ne diverrebbe il ramo principale quindi... sssssstt... acqua in bocca.

VIDEO OF MY FIRST "CASCATA"

http://www.youtube.com/watch?v=g48R7oUDYT4&list=UUnCQPDphHnL4pumSgiNrwqQ&feature=share

LA MIA PRIMA CASCATA

Eeeeee...opplà!!!
 Tuffo di trampolino da tre metri alla Cagnotto. Doppio carpiato in avanti, 2,8 di grado di difficoltà.
 Un salto; la mia prima cascata per superare un bruna bancata di roccia che trasversalmente attraversa il mio corso.
 E poi un frammentarsi di rivoli, di spruzzi in un intrigante gioco a nascondino fra i sassi che caparbiamente ho rotolato giù nel tempo. E dopo ancora parvenze di cascate, anche se a ridosso della massicciata, anzichè voli da togliere il fiato.
 A dir il vero c'è un po' di disordine: rami. foglie, sassi; tutto alla rinfusa. (Son maschio io !!). Va beh...vedrò di riassettare! Ma adesso lasciatemi godere di questi giochi fanciulleschi.
Ci sarà tempo per le pulizie primaverili.

martedì 11 marzo 2014

MEANDRO

Ok in pista!!!
 Giù la visiera e spinta alla Armin Zoggeler e via su una pista simil -slittino.
Curve e controcurve in un meandro che va a rosicchiare il declivio salutando gli abeti per spingermi verso valle..."Salutammo" -  Prà de la Val si va verso l'ignoto destino...
 Foglie rosse, sassi e base dei tronchi vestiti di verde muschio. Radi alberi ed accidentato loco, mi fanno compagnia.
Poi un tratto di scalinata che mette a nudo le stratigrafie della bancata rocciosa.
Un albero caduto di traverso che "lega" le due sponde.
 Poi una spianata piastrellata e... un grande respiro...suspance...al prossimo post!!

GOCCE

Rieccomi sulla balaustra del ponte a guardare l'acque che scorrono.
 Chissà da dove arrivano tutte quelle goccioline... Qualcuna scesa a valle sarà ritornata indietro sul dorso di una nuvola di pioggia.
 Forse arriva dal torrente Caorame che andrò alla fine del viaggio a confondermi con esso, oppure dal Fiume Sacro che di noi si farà una...grande bevuta. Forse le gocce arrivano dal lontano Lago di Garda, o dai distantissimi fiumi del Dniepr, della Vistola, del Danubio blu, o dai deserti del Nilo, dalla cascata del Salt Angel, dalle Cascate del Niagara... da un tornado, da un monsone, dall'umidità della notte, o su un candido bianco fiocco di neve...

PIAN DEI VIOLINI

Ok si ritorna in... alveo.
 Ridiscendo sul sentiero fra gli alti fitti abeti, giù fino al ponticello.
 Mi guardo ancora intorno. Vicino ancora ruderi fatiscenti, altra abetaia che continua.
 M'incuriorisco nel voler vedere cosa c'è oltre di essa.
 M'incammino e mi trovo a superare un greto di sabbia finissima tra i sassi.  Una striscia linda che prosegue serpeggiante tra il bosco ora ceduo
...Ah ah?! Ti ho scovato, mio primo immissario!! Naturalmente senza un filo d'acqua. Crumiro!! Questo l'acqua, invece di portarla a me se la vende sottobanco...
 Lo so che più in alto scorre, ma qui ne arriva solo se piove tanto o quando la neve si...disgela. Probabilmente non trova acquirenti...
 Oltre il canto del vento tra le fronde dei faggi che propongono atmosfere giocose e fanciullesche.
 La voglia di correre d'autunno a catturare le foglie che cadono stendendo un tappeto rosso da lasciarci stupefatti. Un connubio col verde del muschi sui sassi sparsi che da un tocco di intensa cromaticità.
Mi siedo sulla panchina ed ascolto i bisbigli del bosco.