venerdì 14 marzo 2014

QUETO RIO

Dopo tanto rocambolesco inizio mi concedo una breve tregua di lenta fluitazione. Anche la voce si fa più pacata.
 Scorro al riparo di giganti di roccia posti qua e là.
 Il tratto è un pianoro che si fa largo tra le scarpate dei pendii circostanti, quelli che scendono dai terrazzamenti di Ramezza e quelli dai monti che dividono questa valle da quella di Lamen, ossia lo spartiacque tra me ed il mio collega: il Colmeda.
Sul mio lato destro risiede una bella conca ingentilita da un piccola faggeta ed in alto passa il sentiero che porta all'Alpe e chi vuol dare una occhiata in basso può ammirarmi.
 I dintorni qui sono meno caotici; qualche bravo architetto ambientalista si è esercitato a sistemare gli oggetti con cura. Sono baldanzono di questa mise più elegante!

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