domenica 17 novembre 2013

SI VA.

Eh mo' che son nato, che faccio? Mi guardo intorno. Fitto bosco. Un verde che riempie tutto, non mi da modo nemmeno di guardare oltre, nemmeno il cielo mi da modo di vedere.
 Eppure è un mondo fatato. C'è sentore di pace, di tranquillità.
 Da un lato si apre un mondo fatato, che sa di mistero. Alti e fitti abeti che sanno di saga nordica, di gnomi, folletti. Di sogni da bambino e di inquietudini d'ignoto fato. Un mondo che ripulsa e nel contempo ti attrae come un magnete. Vivi nel senso dell'immobile.
 Dall'altro un bosco che sospira si muove canta ad ogni sospiro di vento. Colori e movimento. Ha voglia di gioco, di fantasia. Pieno di vitalità.
 Dietro invece superbe bancate di roccia precipiti. Che si spingono così in alto da non vederne la fine. Mi proteggono, fanno sentire la loro paterna presenza...ed io che faccio?
 Parto come un razzo verso l'avanti fra sassi, muschi e ramaglie.
Via come il vento a scoprire l'ignoto...

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