Un toponimo che ha un potere evocativo fortissimo.
Qui era lo snodo cruciale d'un tempo.
Trafficato per secoli da chi andava all'alpe e da chi vi scendeva.
Tutti coloro che avevano a che fare con il monte passavano di qua. Carbonai, falciatori d'erba, boscaioli, mandriani, popoli di vati bestemmiatori e santi, giovani, vecchi, donne uomini nerboruti, cani, vacche, maiali, galline. Tutti passavano rigorosamente da qui, ero uno snodo come quello ferroviario di Verona era il Brennero della valle, il terminale e l'avamposto. Anche i cavatori di ghiaccio della Ramezza qui depositavano i blocchi di ghiaccio per caricarlo sui carri da trasportare in birreria.
Oggi ci passa una miriade di escursionisti.
Da qui prendono sentieri che si diramano ovunque verso le vette: in Pietena, in Ramezza, sulle Buse, su per ripidi tracciati che mettono a dura prova i gitanti.
Ed io mi godo questo andare lento e mi guardo intorno.
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